Se t’avviene di trattar delle acque consulta prima l’esperienza e poi la ragione

Centro Itard Lombardia, con Abitanza Marina, presente alla 19. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia

Con il progetto di ricerca-azione Se t’avviene di trattar delle acque consulta prima l’esperienza e poi la ragione, Centro Itard Lombardia prende parte a “TerraeAcquae, titolo del Padiglione Italia curato da Guendalina Salimei per la 19. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, sostenuta dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Il progetto presentato per l’occasione è il risultato di un insieme di riflessioni e ricerche che hanno caratterizzato il lavoro che negli ultimi anni è stato portato avanti dalla forma collettiva “Abitanza marina”. Focalizzandosi in particolare sulla relazione tra ambiente antropico e ambiente marino, quello che si auspica con questo intervento è di attivare uno sguardo che possa mettere in evidenza la dimensione di “galleggiamento” naturalmente evocata dal mare. Una prospettiva capace di sovvertire la fin troppo radicata cultura antropocentrica occidentale, in favore di una visione e approccio più fluidi, imprevedibili e mutevoli. 

Il progetto di ricerca

La costa veneta dell’Adriatico è testimone di una corposa attività di pianificazione: possiamo contare più di 130 strumenti tra formali e informali che insistono su di essa, oltre che un piano dello spazio marittimo dedicato all’Adriatico. Tuttavia, tanto sforzo pianificatorio non è riuscito a garantire un’adeguata tutela del patrimonio ambientale e paesaggistico. Al contrario, le città e gli episodi urbani lineari condensati lungo la costa, stanno a dimostrare come nonostante la stratificazione di piani, il litorale risulti pesantemente irrigidito da una possente armatura insediativa e infrastrutturale. Questa ha così portato ad un sempre maggiore consumo ed erosione del suolo tale da compromettere il delicato equilibrio del diaframma terrestre che separa le terre consolidate dall’ambiente marino.

Il litorale rappresenta in questo modo una soglia marcata dall’approccio di “conquista” degli spazi blu avvenuto con le stesse logiche insediative di terra, sottovalutando però i diversi codici abitativi intrinseci al mare. Un paesaggio che al contrario quindi si riscopre in grado di ridimensionare nel “galleggiamento” la presenza umana, tramite un ecosistema allo stesso tempo aereo e subacqueo fluido per natura. 

Il “galleggiamento” viene in questo modo assunto come postura alternativa all’antropocentrico atteggiamento eretto e illusoriamente saldo alla terra, con lo scopo di rafforzare l’esperienza del paesaggio e della vita in mare dal punto di vista acquatico e rovesciare il solo apparente addomesticamento delle acque. Portare a riva la vita al largo permette così di vedere la dimensione acquatica sul bagnasciuga, lungo la linea dei flutti dove la terra cede all’acqua, dove inizia l’instabilità, dove è percepibile la forza del mare e dove inizia la sfida e la paura dell’uomo. La compresenza e continuo avvicendarsi tra il sotto, il sopra e a pelo dell’acqua permette di osservare il paesaggio terrestre da un nuovo punto di vista, il mare, ribaltando in tal modo la tradizionale percezione e lettura della costa e innescando così riflessioni condivise di comunità, capaci di sensibilizzare ed esortare all’osservazione di una possibile comunità e cittadinanza marina. 

La ricerca-azione di Se t’avviene di trattar delle acque consulta prima l’esperienza e poi la ragione, raccoglie con indagini e produzioni video multiple l’esperienza di chi vive il mare, facendo appello alle categorie lagunari o agli operatori che vivono l’Adriatico: pescatori, traghettatori, allevatori, pirati, bracconieri, vogatori, saldatori, velisti,  subacquei, ricercatori, guardia costiera, profughi e soccorritori, intrecciando queste diverse  immagini e sguardi con quelli di altri esseri che abitano e fanno esperienza del paesaggio blu. Le narrazioni raccolte rappresentano uno spaccato della vita sul mare e del mare attraverso le quali è possibile entrare in una relazione simbiotica con questo elemento, vivendo una realtà fuori dalla propria consuetudine.

Sguardi molteplici che solo assieme riescono a restituire la complessità misteriosa delle acque. Una dimensione dove i rumori di un’imbarcazione, dell’ambiente marino estremamente sonoro, o delle onde stesse si mescolano in quel sottofondo al contempo assordante e silenzioso che è la voce incantatrice del mare.

Abitanza marina è un collettivo di professionisti composto da: Carlo Catacchio, Alessandra Gattei, Andrea Enrico Gianni, Endri Orlandin, Susanna Ravelli.

Videoproduzione a cura di Centro Itard Lombardia srl Impresa Sociale con ENECE Film (sostenuta da fondi 8×1000 IBISG).

Voce narrante Luca D’Arrigo (Firmamento Collettivo).

Fotografie di Filippo Romano.

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